L’arte di accompagnare chi ci sceglie: lezioni di umiltà da esperienze (poco) piacevoli

11/16/2024
L’arte di accompagnare il cliente

Di recente, ho avuto il non piacere di trovarmi in situazioni tutt’altro che gratificanti con alcuni fornitori di servizi e consulenti. Come spesso accade, all’inizio sembrava tutto promettente: promesse di risultati straordinari, discorsi accattivanti, un apparente interesse per i miei bisogni. Poi, alla prova dei fatti, la montagna ha partorito un topolino. E non uno qualunque: uno che saltellava su poco ascolto, tanta autoreferenzialità e nessuna reale attenzione.

Non è stato un singolo episodio, ma ben tre esperienze simili. Questo mi ha portata a riflettere profondamente sul ruolo di chi offre un servizio e su quello di chi lo cerca. Entrambi hanno responsabilità: il fornitore non può limitarsi a erogare un servizio in modo standardizzato, e il cliente deve essere in grado di partecipare al processo, chiarendo i propri bisogni e difendendo il proprio spazio. Oggi condivido queste lezioni con l’intento di offrirle come dono, senza prediche né arroganza, ma con l’umiltà di chi ha imparato (anche a proprie spese) che accompagnare ed essere accompagnati è un’arte.

Quando il “topolino” esce dalla montagna: un approccio che non funziona

Immagina questo scenario: incontri un fornitore o un consulente che sembra avere la soluzione a ogni problema. Ti promette risultati eccellenti, ti fa sentire al centro del mondo, e tu, pieno di fiducia, ti affidi. Poi, però, il percorso si rivela tutt’altro che soddisfacente. Ecco alcune dinamiche che ho vissuto:

  • Ascolto? Questo sconosciuto: Parlare è facile, ascoltare no. Mi sono trovata davanti persone più interessate a raccontarmi quanto fossero brave che a capire cosa mi servisse davvero.
  • Autoreferenzialità alle stelle: Ogni incontro si trasformava in una celebrazione delle loro competenze. I miei bisogni? Un dettaglio trascurabile.
  • Fiducia mal gestita: Una volta conquistata la mia attenzione iniziale, era come se tutto fosse dato per scontato. La cura della relazione veniva meno.
  • Modalità invasive: Ho ricevuto consigli non richiesti e osservazioni al limite del giudizio, come se fossi stata una scolara impreparata davanti al maestro.
  • Poche domande, molte certezze: Nessuno si è preoccupato di approfondire davvero chi fossi e cosa cercassi. Si partiva direttamente con soluzioni preconfezionate.

Queste esperienze mi hanno fatto capire che, se da una parte è cruciale che chi offre un servizio abbia competenze relazionali e di ascolto, dall’altra, anche chi cerca un servizio deve imparare a essere chiaro nei propri bisogni, a valutare con attenzione e a dire di no quando necessario.

Lezioni apprese per chi offre e riceve servizi

Ogni relazione di servizio è una danza tra due parti, e funziona solo se entrambi i partner fanno la loro parte.

Per chi offre un servizio: come creare una relazione autentica

  1. Non dare nulla per scontato
    Fiducia, rispetto e ascolto si costruiscono, non si comprano. Ogni cliente è unico, e questo richiede di ripartire da zero ogni volta.
  2. Esplora il tuo “da dove”
    Prima di entrare in una relazione, fermati e chiediti: da dove sto partendo? Quali aspettative personali sto portando? Quanto sono disposto/a a lasciarmi sorprendere? Essere consapevoli di ciò che portiamo nella relazione è il primo passo per accompagnare con autenticità.
  3. Fai domande, ascolta davvero
    Non limitarti a spiegare quanto sei bravo/a. Mostra curiosità per chi hai davanti. Le domande aprono spazi di scoperta e permettono di costruire una strada insieme.
  4. Accogli l’incertezza
    Non sempre avrai tutte le risposte, e va bene così. Navigare nell’incertezza non è una debolezza, ma un’opportunità per far emergere nuove soluzioni insieme.
  5. Coltiva la co-creazione
    Il cliente non è un destinatario passivo. Coinvolgilo, fai spazio alle sue idee, rendilo parte del processo. È così che si costruisce una relazione autentica e duratura.

Per chi cerca un servizio: come essere un cliente consapevole

  1. Chiarisci i tuoi bisogni
    Prima di affidarti a qualcuno, chiediti: “Cosa voglio ottenere davvero?” Essere chiari con sé stessi è fondamentale per comunicare meglio con gli altri.
  2. Fai domande, valuta con attenzione
    Non temere di fare domande per capire meglio chi hai davanti. Se qualcosa non ti convince, ascolta quel campanello d’allarme.
  3. Partecipa attivamente
    Non aspettarti che il professionista faccia tutto. Esprimi dubbi, aspettative e feedback. La relazione funziona solo se entrambi ci mettono del proprio.
  4. Ascolta il tuo istinto
    Se senti che il rapporto non è quello giusto, prenditi il diritto di dire di no. La tua soddisfazione è una priorità.

Domande per riflettere

Per chi offre un servizio:

  • Quanto tempo dedico ad ascoltare davvero chi si rivolge a me?
  • Sto mettendo il cliente al centro o sono concentrato/a su me stesso/a?
  • Sono disposto/a a lasciare andare il controllo e a lasciarmi guidare dal processo?

Per chi cerca un servizio:

  • Ho chiarito i miei bisogni e li ho comunicati bene?
  • Mi sento rispettato/a e ascoltato/a?
  • Sto partecipando attivamente al processo o sto aspettando che faccia tutto l’altro?

Un dono per chi legge

Accompagnare qualcuno – o essere accompagnati – è un’esperienza di crescita reciproca.

Se sei un professionista, rifletti sul tuo approccio e sulla tua capacità di metterti in relazione con chi ti sceglie.

Se sei un cliente, ricorda che hai il diritto di essere ascoltato e la responsabilità di essere chiaro nei tuoi bisogni.

Per approfondire, ti invito a esplorare i miei articoli su ascolto attivo e costruzione di fiducia.

Alla fine, l’obiettivo non è solo risolvere un problema, ma creare qualcosa di valore, insieme.