Di recente, ho avuto il non piacere di trovarmi in situazioni tutt’altro che gratificanti con alcuni fornitori di servizi e consulenti. Come spesso accade, all’inizio sembrava tutto promettente: promesse di risultati straordinari, discorsi accattivanti, un apparente interesse per i miei bisogni. Poi, alla prova dei fatti, la montagna ha partorito un topolino. E non uno qualunque: uno che saltellava su poco ascolto, tanta autoreferenzialità e nessuna reale attenzione.
Non è stato un singolo episodio, ma ben tre esperienze simili. Questo mi ha portata a riflettere profondamente sul ruolo di chi offre un servizio e su quello di chi lo cerca. Entrambi hanno responsabilità: il fornitore non può limitarsi a erogare un servizio in modo standardizzato, e il cliente deve essere in grado di partecipare al processo, chiarendo i propri bisogni e difendendo il proprio spazio. Oggi condivido queste lezioni con l’intento di offrirle come dono, senza prediche né arroganza, ma con l’umiltà di chi ha imparato (anche a proprie spese) che accompagnare ed essere accompagnati è un’arte.
Quando il “topolino” esce dalla montagna: un approccio che non funziona
Immagina questo scenario: incontri un fornitore o un consulente che sembra avere la soluzione a ogni problema. Ti promette risultati eccellenti, ti fa sentire al centro del mondo, e tu, pieno di fiducia, ti affidi. Poi, però, il percorso si rivela tutt’altro che soddisfacente. Ecco alcune dinamiche che ho vissuto:
- Ascolto? Questo sconosciuto: Parlare è facile, ascoltare no. Mi sono trovata davanti persone più interessate a raccontarmi quanto fossero brave che a capire cosa mi servisse davvero.
- Autoreferenzialità alle stelle: Ogni incontro si trasformava in una celebrazione delle loro competenze. I miei bisogni? Un dettaglio trascurabile.
- Fiducia mal gestita: Una volta conquistata la mia attenzione iniziale, era come se tutto fosse dato per scontato. La cura della relazione veniva meno.
- Modalità invasive: Ho ricevuto consigli non richiesti e osservazioni al limite del giudizio, come se fossi stata una scolara impreparata davanti al maestro.
- Poche domande, molte certezze: Nessuno si è preoccupato di approfondire davvero chi fossi e cosa cercassi. Si partiva direttamente con soluzioni preconfezionate.
Queste esperienze mi hanno fatto capire che, se da una parte è cruciale che chi offre un servizio abbia competenze relazionali e di ascolto, dall’altra, anche chi cerca un servizio deve imparare a essere chiaro nei propri bisogni, a valutare con attenzione e a dire di no quando necessario.
Lezioni apprese per chi offre e riceve servizi
Ogni relazione di servizio è una danza tra due parti, e funziona solo se entrambi i partner fanno la loro parte.
Per chi offre un servizio: come creare una relazione autentica
- Non dare nulla per scontato
Fiducia, rispetto e ascolto si costruiscono, non si comprano. Ogni cliente è unico, e questo richiede di ripartire da zero ogni volta. - Esplora il tuo “da dove”
Prima di entrare in una relazione, fermati e chiediti: da dove sto partendo? Quali aspettative personali sto portando? Quanto sono disposto/a a lasciarmi sorprendere? Essere consapevoli di ciò che portiamo nella relazione è il primo passo per accompagnare con autenticità. - Fai domande, ascolta davvero
Non limitarti a spiegare quanto sei bravo/a. Mostra curiosità per chi hai davanti. Le domande aprono spazi di scoperta e permettono di costruire una strada insieme. - Accogli l’incertezza
Non sempre avrai tutte le risposte, e va bene così. Navigare nell’incertezza non è una debolezza, ma un’opportunità per far emergere nuove soluzioni insieme. - Coltiva la co-creazione
Il cliente non è un destinatario passivo. Coinvolgilo, fai spazio alle sue idee, rendilo parte del processo. È così che si costruisce una relazione autentica e duratura.
Per chi cerca un servizio: come essere un cliente consapevole
- Chiarisci i tuoi bisogni
Prima di affidarti a qualcuno, chiediti: “Cosa voglio ottenere davvero?” Essere chiari con sé stessi è fondamentale per comunicare meglio con gli altri. - Fai domande, valuta con attenzione
Non temere di fare domande per capire meglio chi hai davanti. Se qualcosa non ti convince, ascolta quel campanello d’allarme. - Partecipa attivamente
Non aspettarti che il professionista faccia tutto. Esprimi dubbi, aspettative e feedback. La relazione funziona solo se entrambi ci mettono del proprio. - Ascolta il tuo istinto
Se senti che il rapporto non è quello giusto, prenditi il diritto di dire di no. La tua soddisfazione è una priorità.
Domande per riflettere
Per chi offre un servizio:
- Quanto tempo dedico ad ascoltare davvero chi si rivolge a me?
- Sto mettendo il cliente al centro o sono concentrato/a su me stesso/a?
- Sono disposto/a a lasciare andare il controllo e a lasciarmi guidare dal processo?
Per chi cerca un servizio:
- Ho chiarito i miei bisogni e li ho comunicati bene?
- Mi sento rispettato/a e ascoltato/a?
- Sto partecipando attivamente al processo o sto aspettando che faccia tutto l’altro?
Un dono per chi legge
Accompagnare qualcuno – o essere accompagnati – è un’esperienza di crescita reciproca.
Se sei un professionista, rifletti sul tuo approccio e sulla tua capacità di metterti in relazione con chi ti sceglie.
Se sei un cliente, ricorda che hai il diritto di essere ascoltato e la responsabilità di essere chiaro nei tuoi bisogni.
Per approfondire, ti invito a esplorare i miei articoli su ascolto attivo e costruzione di fiducia.
Alla fine, l’obiettivo non è solo risolvere un problema, ma creare qualcosa di valore, insieme.